Il mio Atelier

Un luogo intarsiato di opere ed emozioni.

Il mio Atelier

Con il tempo, l'educazione, la determinazione e la passione a dicembre 2009 ho inaugurato il mio Atelier, che è anche la prima Galleria d'Arte permanente a Livigno.  L'Atelier, oltre che un luogo fisico è anche un laboratorio, in cui le idee nascono e prendono forma, si sviluppano e si sovrappongono. Ma… come ho fatto a capire che necessitavo di uno spazio per creare? Da cosa nasce la voglia di creare? Domande che mi sono fatta più o meno inconsciamente e cui riesco a rispondere in parte solo ora, dopo tanti anni di fare con intuizione e seguendo il mio istinto. E quindi l’Atelier è un contenitore che racchiude tante storie o meglio la mia storia fatta di sperimentazione, profumi, incontri, formazione.


IL PROFUMO ...
Il profumo del legno, il creare come gioco o giocare creando, il sentirsi liberi di toccare, sentire, manipolare… questo è il ricordo della mia infanzia nella falegnameria del mio papà Rocco. Un regno di legno dove sentirsi sicuri e protetti. Ho anche ricordi più “faticosi” del “Fabrik” (il nome in dialetto del laboratorio): io e mia sorella Nada dovevamo pure lavorare impilando le assi, spostare il nuovo legname, “scarteggiare” (levigare) i mobili, preparare cassette di legna da ardere per la nostra abitazione o per clienti…  e che voglia! Ora so che quella è stata la prima palestra di lavoro, dove ho imparato ad ottenere le cose facendo fatica, senza timore di sporcarsi le mani.

E ANCORA...
Quegli schizzi, quei bozzetti, quelle misure di mobili, soffitti, scale, ambienti che giravano continuamente sui tavoli; quell’intuizione, quelle idee, quel senso estetico e l’amore per il Bello che sono ancora nell’animo di papà e di mio fratello Giulio mi hanno sicuramente contagiata.

LA MIA FORMAZIONE
L’Accademia Belle Arti di pittura e restauro a Como è stata una grande apertura, una grande esperienza di formazione. L’incontro e il confronto con l’Arte è stato forte, grazie anche ai Prof.ri A. Verga a G. Collina due docenti/artisti che hanno saputo trasmettere l’Arte, l’emozione che sa sprigionare e come guidarla. Il restauro mi ha permesso di conoscere tecniche antiche, di emozionarmi davanti ad un’opera e soprattutto la pazienza, l’averne cura e il rispetto.

INTRAVEDERE LA FILIGRANA...
Dopo l’Accademia ti trovi lì: hai raggiunto un traguardo ma ora bisogna ripartire, diventare grandi, autonomi…. ma cosa fare? Come? Dove? Mi sono sempre ritenuta fortunata, forse è la volontà, l’istinto del momento che mi hanno portato lì, a mettermi in gioco con esperienze importanti, entusiasmanti, faticose e anche deludenti. Ma l’arte e il creare ci sono sempre state, tra il fare solo per me stessa e il fare anche per gli altri, su commissione. Il timore di non essere all’altezza, quello del giudizio altrui e la ricerca del consenso…

“non è tanto la consequenzialità storica che la intriga, quanto le connessioni intuitive
e spesso paradossali che collegano uno strato all’altro, disegnando un’immagine vivente
– al di là – del tempo e dello spazio – dei nostri vissuti emozionali e relazionali”
(Marisa Sartirana – amica e artista, docente di arteterapia )


L’INCONTRO
Il percorso di arteterapia mi ha permesso di dialogare con i materiali, di vedere e non solo guardare, mi ha dato più consapevolezza del fare e forse mi ha invitato a fermarmi. Perché creare per forza un’opera artistica esteticamente seducente da essere più facilmente apprezzata? È una domanda che ha un senso quando dietro la presunta “non-bellezza” ci sono significati e valori da scoprire, e questo è soprattutto arteterapia: dare importanza al percorso, al cammino interiore e artistico. L’arte come nutrimento dell’anima!

L’ATELIER VANIA
Lo spazio è importante per poter creare, lasciare i propri materiali, il proprio disordine catalogato, i libri e le riviste ispiratrici, i ricordi di una mostra o di un evento. Ho avuto l’opportunità di avere un “nido” tutto mio, un rifugio dove creare. Dal 2009 ho un Atelier visibile alla gente, con ampie vetrine, con un accesso ben definito, con un arredo e look scelto e meditato nel tempo e nei miei sogni. La gente guarda, è incuriosita ma cosa si aspetta?

Il mio Atelier, che definisco il mio terzo bimbo, è sempre stato in evoluzione. Inizialmente, essendo in una posizione strategica, commerciale, ho sentito il bisogno di produrre per gli altri, lavorare su committenza, vendere articoli non solo miei, avere un riscontro economico. È il periodo dei grandi cambiamenti, delle responsabilità: due bimbi favolosi, un marito collaborativo e sostenitore silenzioso, il lavoro, gli impegni, le spese da conciliare con le sfide e i programmi. Comunque, pur concentrandomi su opere commerciali, vendibili, ho realizzato qua e là lavori importanti, i miei. Ho sempre avuto difficoltà a separarmi dai MIEI lavori. Nell’atto di venderli o regalarli sento di dare una parte di me stessa che non ritornerà più. Con il tempo ho capito che l’energia deve circolare e anche un dipinto desidera avere una vita indipendente, come un qualsiasi figlio desideroso di iniziare a camminare da solo per il mondo. C’è un prezzo a tutto! L’andarsene di alcune opere dalla propria culla mi permette di acquistare altri materiali per continuare a creare quello che mi frulla in testa. Escono lavori sviscerati e ne entrano di nuovi che reclamano il loro posto in questo mondo.

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Vania Cusini

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Vania Cusini

Esperienze, arte, vita.

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